“No stamp? Il visto?” mi chiese, guardandomi con sospetto.
“No, I thought I would get it here. Pensavo di farlo qui,” risposi, sentendomi le budella sciogliersi in pancia.
“No, boat,” mi disse, indicando il battello alle mie spalle.
Merda! Risalii trafelato nel battello, merda, merda, merda! saltando i gradini a due a due, evitando un impiegato di pulizia, correndo spedito verso la fine della hall dove precedentemente avevo visto un piccolo stand. Deve essere quello! Infatti, ci trovai un impiegato che stava rimettendo alcune scartoffie, timbri e registri in una valigetta vecchia e lisa. “Hey! My stamp!” dissi, sbattendo il passaporto sul bancone. Mi guardò piuttosto irritato, con la stessa espressione che hanno i commercianti quando entri nel loro negozio alle 19:59. Poi, scuotendo la testa, tirò fuori i suoi registri, prese il passaporto e iniziò a fare dei controlli. Mi appoggiai sul bancone, cercando di riprendere fiato; guardavo fisso delle macchie di olio sulla carta dei registri… sembrava quasi che si espandessero a vista d’occhio. Sbam! Rialzai la testa; l’impiegato aveva appena timbrato il passaporto e me lo stava porgendo, questa volta sorridendo.
Ricevetti il mio primo benvenuto non appena mi allontanai dalla banchina di Tangeri.
“Buenos días! De dónde eres? Buon giorno! Di dove sei?”
“Italia.”
“Benvenuto! Chi va sano va piano e va lontano, chi va forte va fino alla morte!”
“Ahah, ok.” sorrisi e poi abbassai lo sguardo sul mio cellulare, per controllare… per controllare non so cosa, visto che avevo già perso la connessione.
“Necesitas una guía turística? Hai bisogno di una guida turistica?”
“No, grazie. Estoy aquí con amigos marroquíes. No, grazie. Sto qui con amici marocchini,” risposi cortesemente, incamminandomi verso il parcheggio antistante al porto. Riuscii a farmi fare un buon prezzo da un tassista e in meno di dieci minuti ero nella Ville Nouvelle, il quartiere in cui abitava Yusuf, l’host di CouchSurfing che mi avrebbe ospitato per due notti. Arrivato al suo indirizzo, mi trovai in una di quelle strade dove si alternano edifici di nuova costruzione, fazzoletti di terra incolta pieni di lattine e cartacce e scheletri di fondamenta in attesa di una nuova ondata di speculazione edilizia.